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Da vedere perché

Abbiamo chiesto ad alcuni giornalisti un parere sui film in programma:

A GIRL MISSING (YOKOGAO)
"Il grande autore giapponese, Fukada, torna con un film profondamente politico: speculare a Paraside di Bong Joon Ho, A Girl Missing, grazie alla lucida e perfetta messa in scena, mette in crisi il concetto di statuto sociale proprio di ogni individuo. Un vero gioiello" (Daniela Persico, Filmidee.it)

ATLANTIS
"Fuori da precisi riferimenti temporali, Atlantis è una lettura profetica della situazione ucraina contemporanea: senza rinunciare alla complessità, il regista compone una teoria di immagini in cui si condensa il dolore per la guerra e la liberazione dell’amore" (Daniela Persico, Filmidee.it)

BABYTEETH
"Il festival ha dimostrato coraggio nel mettere in concorso un’opera prima dal linguaggio forte" (Mattia Carzaniga)
"L’assunzione di farmaci non è mai stata descritta in modo così creativo" (Barbara Sorrentini)
"È stata una bella sorpresa un film che parla – con uno stile accattivante – di malattia alternando commozione e umorismo, dolore e umanità" (Antonio Autieri e Beppe Musicco di Sentieri del cinema)

CAMILLE
"Film biografico di straordinaria intensità emotiva, Camille segue l’ultimo anno di vita di una giovane e talentuosa fotografa che si troverà implicata nelle guerre del Centrafrica. Un’intensa ricerca sul punto di vista da tenere di fronte “al dolore degli altri” (Daniela Persico, Filmidee.it)

 

INLAND (MESETA)

"In un’epoca in cui Google Maps definisce i nostri spazi, il cinema ha ancora la capacità di raccogliere dal vivo la storia dei luoghi che frequentiamo e che spesso attraversiamo senza troppo soffermarci. In questo film, diretto dal promettente regista basco Juan Palacios che ora vive ad Amsterdam, la protagonista è la Meseta spagnola, qualcosa di più di un altopiano, ossia il luogo della nostra infanzia dove tutti noi paradossalmente siamo ‘nati’. Il film ci parla di legami atavici con la terra e ci lancia nel futuro delle mappe geolocalizzate di Pokémon Go. Il tempo è ciclico. Il tutto raccontato attraverso un’estetica raffinatissima e preziosa, come se fossimo in cinemascope. Grande cinema" (Pedro Armocida, giornalista e critico cinematografico)


LA LLORONA

"Perché è uno sguardo giovane sul passato recente e dimostra come il Sudamerica abbia una nuova generazione di autori con un approccio cinematografico fresco in grado di affrontare la storia degli ultimi decenni" (Mattia Carzaniga)

 

LES ENFANTS D’ISADORA
"La danza come la bellezza del semplice gesto: una summa poetica per il talentuoso giovane autore francese, Damien Manivel, che in questo film in tre parti realizza un’opera teorica ed evocativa, imperdibile per chi ricerca il sublime".
(Daniela Persico, Filmidee.it)

 

LOVE ME TENDER

"Grazie alla straordinaria interpretazione corporea di Barbara Giordano, la regista, Klaudia Reynicke, mette in scena il rifiuto di ogni forma di patriarcato, giocando con gli stereotipi maschili e smascherandone le fragilità. Sorprendente e coraggioso, come la liberazione della sua protagonista". (Daniela Persico, Filmidee.it)

 

MADRE

"Per una scena iniziale che tiene inchiodati sulla sedia e per l’attrice Marta Nieto, giustamente premiata" (Barbara Sorrentini)

 

MOSUL

"Perché usa la tecnica del film d’azione made in Usa ma volti mediorientali o nordafricani per raccontare – con senso dello “spettacolo” e ottima scrittura dei personaggi – la battaglia per la liberazione della città dall’ISIS" (Antonio Autieri e Beppe Musicco)

NAFI’S FATHER
"Una sorta di Romeo e Giulietta ambientato in una provincia settentrionale del Senegal, il film di Mamadou Dia è anche e soprattutto il racconto dell’ascesa dell’estremismo e della lotta di un uomo saggio contro l’inevitabile violenza scaturita da ogni radicalizzazione. Vincitore del premio Miglior Opera Prima e del Pardo della sezione Cineasti del presente". (Daniela Persico, Filmidee.it)

IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ:

"Perché fa capire come la pièce di De Filippo sia ancora modernissima e come l’incontro tra cinema e teatro dia luogo a un linguaggio contemporaneo" (Mattia Carzaniga)

"Perché le parole scritte da Eduardo De Filippo negli anni ’60 funzionano perfettamente anche in chiave pop" (Barbara Sorrentini)

"Per la totale (o quasi) fedeltà al testo con una libertà di messa in scena da giovane autore e non ormai affermato come Martone, e per l’ottimo cast" (Antonio Autieri e Beppe Musicco)

 

SOLE
"Il miglior esordio italiano degli ultimi anni, maturo e coraggioso al tempo stesso, capace di flirtare con il realismo senza però farsene imbrigliare, ma spingendosi a strappare il velo della verosimiglianza per far risorgere una visione empatica e
politica del presente". (
Daniela Persico, 
Filmidee.it)

 

SCALES (SAYIDAT AL BAHR)

"Una fiaba fuori dal tempo, incantata e crudele, per aprire gli occhi sulla condizione femminile in Medioriente. Un esordio alla regia coraggioso per una regista che sa restare a filo d’acqua – come le sue sirene – tra astrazione e realismo" (Daniela Persico Filmidee.it)

 

 

 

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