con Ali Suliman, Elia Suliman, Holden Wong,
Robert Higden, Sebastien Beaulac
Francia, 1h37, v.o. francese sott. italiano
MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA - FIPRESCI
Elia Suleyman parte dalla Palestina per un viaggio che lo porta prima a Parigi e poi a New York. Si accorge che “tutto il mondo è paese”, sia esso Palestina, Francia o Stati Uniti, trovando molte affinità con le situazioni che vive nella sua terra. Anche se lontano migliaia di chilometri dalla sua Nazareth i quadri proposti dal regista richiamano tutti la similitudine dei comportamenti umani con sketch più grotteschi che comici. Siano essi il vicino indiscreto che “invade” il giardino del regista arrivando anche a rubare i frutti del suo albero (un evidente riferimento ad Israele) alle paranoie dei newyorkesi armati fino ai denti oppure alla corsa ad accaparrarsi le sedie migliori a bordo fontana dei parigini. L’episodio di un particolarissimo passerotto (che non vi andremo a svelare) diventa quasi il culmine di una personalissima comicità in cui il regista è spettatore silenzioso ed attento di tutto ciò che accade (in tutto il film esprime solo quattro e cinque parole). Suleiman è una sorta di moderno Jacques Tati che grazie ad uno stile estremamente semplice e diretto porge allo spettatore una silente domanda: dov’è il luogo che possiamo veramente chiamare casa? It Must Be Heaven è un film che, esattamente come il viaggiare, apre la mente e fa riflettere, ma lo fa con una sorta di comica poesia attraverso la personalissima lente d’ingrandimento del regista.
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SELEZIONE UFFICIALE CONCORSO
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